Recensione/ Bayonetta

Una nuova eroina si affaccia sulla console di casa, attraente e letale come non mai, pronta a sfidare Dante, Kratos e Hayabusa sul loro terreno di gioco e con tutte le intenzioni di uscirne vittoriosa

Bayonetta
Sviluppatore: Platinum Games
Editore: SEGA
Distributore: Halifax
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PlayStation 3)
Titoli correlati: Devil May Cry 4 (PlayStation 3, Xbox 360); God of War (PlayStation 2); Ninja Gaiden 2 (Xbox 360)

Femme fatale

Bayonetta lascia col fiato sospeso. Non solo per le sue pruriginose vesti pronte a svanire per trasformarsi in mostri assetati di angeli, l’eleganza dei suoi movimenti o le forme volutamente esagerate. E’ il modo con cui si disfa degli avversari che detta nuove leggi per gli action game che l’hanno preceduta e dai quali ella stessa trae il meglio. Con due soli tasti, assegnati a calci e pugni, Bayonetta si esibisce in combo dalla varietà entusiasmante che spinge il giocatore a sperimentare e migliorare di scontro in scontro - complici i caricamenti-tutorial che mostrano le mosse più utilizzate.


Il sistema di combattimento architettato da Platinum Games ha una profondità che merita di essere esplorata in lungo e in largo, governata dal ritmo che limita gli effetti del button smashing e che costringe a “sentire” i movimenti della protagonista. Si entra in sintonia con Bayonetta dopo soli pochi minuti di gioco grazie alla fluidità delle animazioni e delle transizioni fra un colpo e l’altro che enfatizzano la naturalezza e precisione con cui i controlli si traducono in azioni sullo schermo. Piroettare da un nemico all’altro, disfarsene con eleganza per poi gettarsi di nuovo in mischia è una pratica intuitiva ed estremamente appagante, più dinamica e flessibile di quanto Devil May Cry sia mai riuscito a fare. Ed è solo la punta dell’iceberg di un connubio fra azione sfrenata, velocità ed eccellenza scenografica.

L’immancabile barra di energia consente di esibirsi nelle letali punizioni finali, con ghigliottine, casse mortuarie e altre amenità che spuntano all’occorrenza, mentre ci si sfoga sul tasto indicato sullo schermo per accumulare megatoni. D’altronde, Bayonetta è una strega e non se ne vergogna affatto. Nemmeno quando rimane in perizoma – mandando in fumo anni di lavoro per convincere la compagna che i videogame non sono per onanisti sessualmente repressi - mentre il suo abito fatto di capelli si trasforma in un maglio che sorge dal terreno, un piede che atterra dal cielo o, ancora, una fiera che azzanna gli angeli malcapitati senza pietà.


Una visita al negozio di turno arricchisce le capacità di Bayonetta, abile a mani nude quanto con le armi da taglio ereditate dai nemici o con le pistole ancorate ai suoi arti, utili per far salire alle stelle gli indicatori di combo e per conquistare le medaglie di platino alla fine dei combattimenti più importanti. Gli avversari non sono propriamente carne da macello, mostrano una buona aggressività e tendono ad attaccare in gruppo accorciando il fiato del giocatore, sopratutto al livello difficile. Eseguendo le mosse di evasione un attimo prima del colpo avversario, però, si attiva il Witch Time che rallenta l’azione per qualche secondo, offrendo un’opportunità imperdibile per passare dalla difesa all’attacco.


Elementi già visti nei capisaldi del genere trovano in Bayonetta un’alchimia sulla soglia della perfezione, che si traduce in una giocabilità invidiabile a cui si può rimproverare solo una leggera tendenza a sfruttare quick time event senza preavviso. Pur non innovando radicalmente la struttura di gioco – gli scontri avvengono ancora in stanze chiuse, come in Devil May Cry – Platinum Games ha infuso la propria creazione con una serie di tocchi di classe fra cui la possibilità di camminare sui muri, volare e di trasformarsi in una pantera reminiscente della divinità Amaterasu di Okami. I cammei e i tributi si spingono verso altri titoli Sega, come Space Harrier, Hang-On e Out Run, evidenziando la passione profonda del team di sviluppo per il mondo videoludico che sfocia in battaglie epiche con i giganteschi boss di fine livello.


Con una componente d’azione così intrigante, i puzzle e le brevi sezioni di esplorazione sembrano dei contorni poco approfonditi e la stessa vicenda, originata dal canonico vuoto di memoria, è solo accessoria per le lunghe e frequenti scene di intermezzo, per quanto divertenti esse siano. In fondo sono solo dei piccoli nei per un titolo che eccelle sotto tutti gli altri punti di vista – compreso quello tecnico – e che riporta alla memoria i fasti del design nipponico con cui gran parte di noi è cresciuto e che purtroppo è venuto meno negli ultimi anni.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: sistema di combattimento eccellente; combo intuitive e varie; numerose armi; controlli precisi; divertente, veloce e ironico; protagonista irriverente
Replay Value: discreto. La modalità difficile remixa l’azione e le medaglie nei combattimenti offrono spunti per migliorarsi
Aspetti Negativi: puzzle semplicissimi; un po’ troppe scene d’intermezzo; quick time events “a tradimento”
In Sintesi: Con un colpo d’anca ben piazzato, Bayonetta impone nuovi standard per i titoli d’azione combinando alla perfezione i migliori elementi del genere. Da giocare senza esitazione.

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