Recensione/ SAW

L'enigmista cambia forma e porta un po' di macabro sadismo in un videogame che promette brividi e colpi di scena. Riuscirà a spaventare come al cinema?

SAW
Sviluppatore: Zombie Studios
Editore: Konami
Distributore: Halifax
Genere: Survival horror
Piattaforma: Xbox360 (disponibile per PC, PlayStation 3)
Titoli correlati: Silent Hill Homecoming (PC, Xbox360, Playstation 3); Condemned 2: Bloodshot (Xbox360, Playstation 3)

Enigmatico

“Would you like to play a game?”. Grazie a queste parole e alla violenza a tratti granguignolesca, Jigsaw è diventato uno dei più famosi serial killer della cinematografia, noto in Italia come “l’enigmista”. Immancabile dopo il successo planetario della pellicola l’arrivo del gioco a essa ispirato. Temporalmente avulso dalla cronistoria della serie si vestono i panni del detective Tapp, detective ossessionato dall’idea di catturare il killer. Imprigionato da quest’ultimo, il nostro si trova rinchiuso in un ex manicomio e non ha altro modo di fuggire se non stare al gioco del suo aguzzino. Presto scopre di non essere solo, e scopo primario sarà liberare altri malcapitati - personaggi legati a Tapp quale, ad esempio, la moglie del suo collega ucciso - fino alla (non troppo lontana) fine. Per farlo dovrà combattere contro altri prigionieri, risolvere enigmi, trovare oggetti e schivare trappole, pena la morte sua o altrui.


Fin dalle prime battute il gioco mostra un crescendo di senso di oppressione e angoscia, momenti di tensione e claustrofobico incedere, cosa che permette di sentirsi coinvolti al punto giusto da avere ben più di qualche sussulto durante lo svolgersi dell’avventura. Il tutto muovendosi però in un ambiente fin troppo lineare, tra corridoi quasi sempre troppo uguali a se stessi, dove non c’è scelta all’esplorazione se non la strada prevista (una mappa c’è, nel caso ci si perda, ma invero abbastanza inutile e scomoda). Gli approfondimenti sulle vittime da salvare e un doppio finale in linea con le pellicole rendono la trama più avvincente, nonostante l'esperienza estremamente ripetitiva.


Perno principe del titolo sono però gli enigmi. Jigsaw pare avere molta fantasia quando si tratta di vivere o morire. Si parte dalla ricerca di chiavi in water colmi di siringhe o frasi scritte al contrario sugli specchi (direttamente dalla pellicola, per i fan della serie) fino ai numerosi puzzle alla Pipe-mania - idraulici o elettrici, scanditi dallo scadere del tempo - e altre interessanti varianti fra cui spiccano quelli dedicati alla liberazione degli ostaggi. Peccato che già dopo poche ore ci si renda conto di due innegabili verità: sono sempre gli stessi (varia la soluzione ma non la tipologia) e sono troppo, troppo facili.


Graficamente Saw è stantio quanto il contesto che rappresenta, funzionale dal punto di vista creativo - grazie anche al buon comparto audio, con la voce originale di Jigsaw, Tobin Bell, e urla raccapriccianti di vario genere - ma afflitto da texture e animazioni di scarsa qualità, problemi di compenetrazione dei poligoni e di fluidità. La telecamera è più d'intralcio che d'aiuto a un sistema di combattimento pessimo nonostante l'immediatezza e la discreta varietà data dalle armi a disposizione e dalle trappole da usare a proprio vantaggio. Fortunatamente (e sfortunatamente) viene in aiuto la facilità, motivo per cui, a mani nude, si può tranquillamente avere la meglio su chiunque si metta tra noi e la libertà.


A SAW non mancano le buone idee e gli spunti interessanti, ma l’approsimazione con cui è stato confezionato non permette di andare oltre un gioco sufficiente che fonda parecchio del suo appeal sulla sola licenza e, per questo motivo, in grado di essere apprezzato forse soltanto dalla fetta di fan sfegatati del sadico assassino.

Andrea Franz

Aspetti Positivi: claustrofobico; richiami alle pellicole; enigmi divertenti; sonoro di buonissima fattura
Replay Value: scarso. Presenza solo di single player e nemmeno troppo longevo
Aspetti Negativi: ripetitivo; graficamente datato; combattimento da dimenticare; telecamera approssimativa
In Sintesi: buone idee ma realizzate grossolanamente, basandosi sul presupposto che il solo nome SAW basti e avanzi

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